Il santuario di santa Maria del Binengo è un luogo di culto mariano situato a Sergnano in Via Binengo. ai margini di un terrazzamento che degrada verso il fiume Serio.
Il primo documento in cui è riportato il termine "Albeningum" è del 1022, mentre nel 1192 compare nella forma "Albernengum". Una prima ipotesi si basa sulla parola bine derivata dal tedesco bühne, mucchio, gruppo; una seconda teoria, confrontata sulla radice della località cremonese di Binanuova, potrebbe intendere bina come riparo, palafitta, chiusa, il che potrebbe essere attendibile vista la vicinanza del fiume Serio. La desinenza -eng, inoltre, comune a molte località del territorio ne riporta se non l'origine quanto meno ad un importante sviluppo in epoca longobarda.
La chiesa è priva di sagrato: una piccola scalinata collega la strada ad un pronao a tre luci con archi a tutto sesto. Sotto il portico si apre l'ingresso principale affiancato da due finestre laterali. Sopra le aperture sono affrescati la Madonna, S. Pietro e S. Antonio da Padova, di fattura settecentesca. Sopra il portico si sviluppa la facciata vera e propria caratterizzata da una forma a capanna, con timpano triangolare. Il più importante elemento architettonico è la finestra centrale con motivo a serliana. Le pareti laterali sono sobrie e diseguali: quella meridionale presenta superiormente tre semplici finestre per campata, lungo la parete settentrionale si apre centralmente un ingresso laterale con piccola tettoia e sopravanzato da una finestra. Un'altra piccola apertura si trova lungo la terza campata in posizione asimmetrica.
Il campanile è sulla parte posteriore, ma distaccato: presenta dei riquadri intonacati, suddivisi da piccole cornici e lesene angolari in cotto. Il terzo riquadro è la cella campanaria con aperture a bifora e sorregge una trabeazione sulla quale è posta una balaustra con pinnacoli agli angoli. La cuspide è conica a base circolare.
L'interno è ad aula unica ed è totalmente affrescato. Il ciclo pittorico non ha un'attribuzione certa, ma la mano pare similare a quella del pittore cremasco Aurelio Busso, noto non solo per le sue qualità di artista, ma anche perché dirigeva una rinomata bottega; non è escluso, quindi, che al Binengo vi abbiano lavorato degli allievi utilizzando cartoni preparatori del maestro. Sopra l'altare è collocata in una nicchia una Madonna in terracotta policroma, molto venerata, risalente probabilmente al XV secolo. Ai lati sono poste sopra nicchie dipinte altre due terrecotte raffiguranti S. Gioacchino e S. Anna, della fine del XVI secolo. Alle pareti del presbiterio sono dipinti: la natività di Maria, l'adorazione dei Magi, S. Caterina e S. Lucia; sopra l'altare è raffigurata la natività di Gesù, mentre nelle lunette si trovano l'annunciazione, la presentazione al tempio e la fuga in Egitto; sulla volta sono state affrescate le scene dell'incoronazione di Maria, del sogno di S. Giuseppe e del ritrovamento di Gesù.
Sull'arco trionfale, sopra un crocifisso ligneo cinquecentesco, vi è rappresentata l'assunzione di Maria e, ai lati, S. Giovanni Battista e S. Stefano. Lungo la parete meridionale troviamo: la Sacra Famiglia al lavoro, S. Francesco, S. Orsola e le vergini, oltre a due brani di affreschi provenienti dalla chiesa parrocchiale, la Madonna e S. Giovanni evangelista. Sulla parete settentrionale vi sono raffigurati: S. Bartolomeo, la Vergine con il bambino e S. Antonio abate, la visione di S. Francesco che riceve il bambino dalla Madonna, la Madonna con il bambino e i santi Biagio, Sebastiano, Rocco e Fermo. Infine, sulla controfacciata sono state dipinte le effigi di S. Gerolamo e sant'Eurosia, oltre che ad un S. Martino con il povero più tardo, risalente al XVII secolo.